Lo sviluppo sostenibile della montagna
a cura di Fondazione Lombardia per l’Ambiente
Il riscaldamento globale, come è ben noto, minaccia gli equilibri omeostatici degli ambienti terrestri, con preoccupanti effetti sulla geopolitica globale. Sostenibilità, in questo ambito, significa un mix di mitigazione e adattamento nei confronti di un pianeta di anno in anno sempre più caldo.
Esse sono innanzitutto le sentinelle che ci permettono di vedere, in tempo reale, gli effetti di un iper-fenomeno, il climate change, troppo spesso sottovalutato per la sua apparente astrattezza. Se escludiamo le due grandi masse di ghiaccio polari, uno dei sintomi più visibile del nostro mondo che cambia sono gli ecosistemi montani ed i ghiacciai in cima ad essi. Luoghi meravigliosi, emblematici, fondamentali per il ciclo dell’acqua, ma anche estremamente fragili rispetto all’inquinamento antropogenico. La sostenibilità della montagna, tema centrale del 2022, “Anno internazionale dello sviluppo sostenibile della montagna” per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, deve partire dalla consapevolezza fattuale degli allarmanti cambiamenti in corso.
Prendendo in considerazione l’arco alpino, ad esempio, dal 1850 il volume dei suoi ghiacciai è diminuito del 60% e si calcola che essi possano scomparire del tutto entro la fine del secolo. Questa evoluzione avrà un impatto inevitabile sul sistema idrologico alpino, con effetti sulla quantità d’acqua disponibile nei diversi periodi dell’anno, sulla portata dei fiumi e, di conseguenza, a livello sociale ed economico. Anche il cambiamento nella linea della neve avrà effetti sul patrimonio di circa 30.000 specie animali e 13.000 vegetali, di cui molte a rischio di estinzione.
Indubbiamente la vita continuerà a diventare più instabile a causa di diversi disastri naturali correlati alla perdita di ghiaccio, quali slavine, valanghe e allagamenti, soprattutto a fondovalle. In particolar modo, le masse d’acqua contenute nei ghiacciai si riverseranno in luoghi non abituati a tali pressioni idriche mettendo villaggi e infrastrutture a rischio.
L’arretramento della criosfera in alta montagna continuerà ad influenzare negativamente attività ricreative, turistiche e culturali, mentre quello dei ghiacciai altererà la disponibilità e la qualità dell’acqua a valle, con conseguenze per molti settori quali agricoltura e idroelettrico. La scomparsa del permafrost colpirà anche regioni distanti centinaia di chilometri dalle catene montuose, attraverso il drastico ridursi del volume d’acqua nei grandi fiumi europei durante le estati più torride.